Ma come è possibile che non ti piacciano i cani?

weimaraner

Ricordo con chiarezza lo stupore di quando mi veniva spiegato che “non a tutti piacciono i cani”. E hanno dovuto spiegarmelo più volte perchè per me, fissata di cani dalla nascita e cresciuta sempre con cani in casa, non era facile interiorizzare questa informazione.

Crescendo si comprendono facilmente alcune cose ma una domanda ha sempre continuato a ronzare nella testa  e più o meno fa così “Come è possibile che alcuni darebbero un rene per il proprio cane (e per il partner? lasciamo perdere che usciremmo dal tema) e/o per i cani in generale e altri invece ne hanno ribrezzo, paura e più sinceramente a volte proprio li odiano?”

 Approfondendo il tema è stato curioso scoprire come, da quando ne abbiamo testimonianze ovvero dagli albori della domesticazione, le persone abbiano sempre avuto un atteggiamento ambivalente nei confronti del cane. A volte i cani venivano scacciati, altre volte se ne beneficiava per la guardia o la caccia, ma esistono testimonianze antiche anche di soggetti che si è deciso di tumulare insieme ad umani, sicuramente un gesto significativo.

Un altro punto saliente di questo viaggio interessante potrebbe venire da un recente studio dove si suggerisce che il desiderio e la scelta di vivere con un cane potrebbe venire pesantemente influenzata.. dalla nostra genetica!

Un team di ricercatori britannici e svedesi ha studiato l’ereditarietà della “dog ownership” (D.O.)utilizzando le informazioni di 35.035 coppie di gemelli del registro svedese dei gemelli, unico nel suo genere al mondo. Lo studio suggerisce che questa variazione genetica spiega più della metà delle variazioni nel DO. Il team ha deciso di concentrarsi su fratelli gemelli in quanto hanno DNA rilevanti per gli studi sulla genetica

“Questi risultati hanno importanti implicazioni in diversi campi correlati alla comprensione dell’interazione cane-uomo nel corso della storia e nei tempi moderni.”

“-Probabilmente alcune persone sono più portate rispetto ad altri ed in maniera innata a prendersi cura degli animali- spiega Tove Fall, autore principale dello studio e professore di epidemiologia molecolare presso Department of Medical Sciences and the Science for Life Laboratory, all’Uppsala University. ”

“Carri Westgarth, docente di interazione uomo-animale presso l’Università di Liverpool e coautrice dello studio, aggiunge: -Questi risultati sono importanti in quanto suggeriscono che i presunti benefici per la salute nel possedere un cane che vengono  riportati in alcuni studi possono essere in parte spiegati dalla genetica delle persone studiate- “.

I ricercatori hanno scoperto che i tassi di concordanza della proprietà del cane sono molto più grandi nei gemelli identici rispetto a quelli non identici, supportando l’opinione che la genetica gioca davvero un ruolo importante nella scelta di possedere un cane. I ricercatori hanno scoperto collezionato dati che rivelano che i gemelli identici facevano più frequentemente la stessa scelta per quanto riguarda l’adozione o meno del cane rispetto ai gemelli non identici

“Questo tipo di studi sui gemelli non ci dice esattamente quali geni siano coinvolti ma ci dimostra per la prima volta che sia la genetica che l’ambiente hanno pari peso nella scelta di “possedere” un cane ”

“”Lo studio ha importanti implicazioni per la comprensione della storia profonda ed enigmatica dell’addomesticamento dei cani”, afferma lo zooarcheologo e coautore dello studio Keith Dobney, presidente di Paleoecologia umana presso il Dipartimento di Archeologia, Classici ed Egittologia dell’Università di Liverpool. “Decenni di ricerca archeologica ci hanno aiutato a costruire un quadro migliore per capire dove e quando i cani sono entrati nel mondo umano, ma i dati genetici antichi e moderni ci possono consentire di esplorare direttamente perché e come?”

Fonte:

https://www.sciencedaily.com/releases/2019/05/190517081636.htm

Cosa si aspettano le persone dalle passeggiate con i cani?


“il delicato equilibrio tra “ascoltare” quello che vuole fare il cane in passeggiata e le sue necessità e quello che l’essere umano intende come meglio per se stesso e per  le persone che lo circondano.!

Abbiamo trovato in rete questo interessante studio e l’abbiamo tradotto pensando che potesse fornire degli spunti di riflessione su un argomento molto importante, la passeggiata. 

Capita ancora spesso purtroppo di vedere cani che non possono annusare ciò che attira l’attenzione del loro naso o che non riescono a godersi la passeggiata perchè inseriti in contesti troppo caotici o inadeguati per loro ma sicuramente, sempre di più, qualcosa sta cambiando e tante persone si impegnano ogni giorno a condividere con il proprio cane una passeggiata di qualità per il proprio compagno di vita..ma che, non ci stancheremo mai di dirlo, corrisponde immancabilmente a innumerevoli benefici anche per le persone stesse che li accompagnano!

“I proprietari di cani vogliono che i loro cani si divertano, stiano liberi e abbiano modo di inscenare il loro “essere cane” quando li portano a passeggiare” questo è quello che dice un nuovo studio della Leeds Beckett University

lo studio pubblicato su “ Social and Cultural Geography journal” sottolinea il delicato equilibrio tra “ascoltare” quello che vuole fare il cane in passeggiata e le sue necessità e quello che l’essere umano intende come meglio per se stesso e per  le persone che lo circondano.

[…]

Dodici persone nel nord dell’Inghilterra, di età compresa tra i 28 e i 66 anni, che camminano regolarmente con i cani, hanno preso parte a interviste approfondite per questa ricerca. Lo scopo dello studio era quello di esaminare come le persone condividono gli spazi con le loro controparti animali e come vengono gestite queste esperienze di camminata con i loro pet.

Agli intervistati è stato chiesto di raccontare, a grandi linee, la personalità del loro cane e di ciò che questi hanno significato per loro e come la relazione si sia sviluppata.

E’ stato chiesto anche di riflettere su ciò che significava camminare, come questa attività si collocasse nelle loro vite, come veniva vissuta e come tentavano di capire la relazione tra loro e il loro cane.

Il dott. Fletcher spiega inoltre: “Lo studio rivela che gli umani passeggiano con i cani soprattutto perché sentono un profondo legame emotivo con loro e hanno un forte senso del dovere nel garantire che rimangano in forma e in salute. Forse molto più interessante è scoprire che escono in passeggiata perché credono che questi si divertano e possano essere così in grado di essere più “cani” nel tempo passato all’aria aperta.

Fonte:

Dog walker want their dog to enjoy the chance to be dog like and free on walks

https://www.sciencedaily.com/releases/2017/03/170303100648.htm



Ci permettiamo di aggiungere che le esigenze dei cani non sempre corrispondono alle esigenze umane, insomma, a loro piace annusare sederi odorosi e spesso rotolarsi (o perchè no) assaggiare qualche cacchetta lasciata da altri…cose non alla portata di noi cristiani. 

Ma conoscere sempre meglio i comportamenti specifici della loro specie ci permette di comprenderli e accompagnarli in quelle che per loro saranno “esperienze indimenticabili” e saremo davvero così ai loro occhi, dei compagni umani accreditati.

Il tutto sempre tenendo ovviamente a mente che la propria libertà finisce dove inizia quella altrui.

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